Questa favola è una metafora per promuovere un’educazione improntata all’amore e al rispetto, contro gli stili educativi repressivi o peggio la violenza fisica, per il rispetto fisico e psicologico del bambino.
I BAMBINI NON SI TOCCANO!
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Adri è una piccola palla, forse è rossa, forse è gialla, forse blu, oppure di tutti questi colori insieme e anche di più!
Adri sa che può rotolare, rimbalzare, correre, far dei saltelli, volare in alto su nel cielo e ridiscendere giù per terra.
Tante volte è successo, purtroppo, e tante altre succederà ancora, che delle mani grandi pensino di dare dei colpi alla povera Adri, per farla andare proprio nella direzione che decidono per lei, senca neanche chiederle cosa ne pensa.
Un colpo oggi, uno domani, “E’ proprio così che devi procedere!”, “Forza! Devi fare così!”.
Tanti colpi obbligano Adri a procedere nel modo che le mani grandi decidono, senza rispetto per la piccola palla.
Così Adri, che era una palla libera di scegliere, viene addestrata ad andare dove altri hanno deciso, per di più battendola, perchè, dandole dei colpi, si fa prima a farla rotolare dove si è deciso.
Una palla come Adri e tutte quelle come lei, però, hanno bisogno di rotolare coi propri tempi, d’esser prese se rotolando cadono, d’essere, magari, dolcemente accompagnate, ma non prese a colpi.
C’è bisogno di delicatezza, di amore non condizionato dalla direzione, di possibilità.
C’è bisogno della sicurezza di non essere battuta dalle mani grandi che decidono al suo posto.
Adri vuole solo questo, essere accompagnata con dolcezza sulla sua strada. Una strada nuova, che sarà lei a scegliere e costruire.
Ci vuole il rispetto, anche per una piccola palla, forse rossa, forse gialla, oppure blu, o, magari, di tutti questi colori insieme e anche di più.
(Raccolta: “Considerazioni psicologiche in favole e filastrocche”).
© Tiziana Capocaccia