Secondo Jung tutte le fiabe mirano a descrivere il Sé.
In psicologia analitica il Sé è inteso come totalità della personalità nella sua parte conscia e inconscia.
Le fiabe mostrano aspetti inconsci presenti delle persone, in tutte le persone.
Nella visione di Jung, vicina al modo orientale di concepire la vita, non c’è una linearità causa-effetto, ma un accadere di eventi da leggere insieme, per valutarne i significati. La vita si compone di opposti in equlibrio dinamico e mutevole. Questo accade nel mondo esterno così come in quello interiore
Così ogni donna ha in sé un maschile, l’animus, e ogni uomo ha in sé un femminile, l’anima. Questi aspetti inconsci vengono mostrati nelle fiabe, raccontati attraverso metafore e simboli.
Animus e Anima sono archetipi, immagini primordiali appartenenti a tutti gli esseri umani, si tratta di modelli di pensiero che hanno una forte connotazione emotiva. I motivi fiabeschi sono immagini archetipiche.
Fino al 17° secolo le favole erano narrazioni per gli adulti, poi la visione razionale della realtà tagliò fuori l’irrazionale, relegando questo tipo di narrazioni al mondo dell’infanzia.