Viviamo in un mondo pieno di tante informazioni che in continuazione ci arrivano addosso, anche se volessimo isolarci per un po’ sarebbe molto difficile farlo.
Le informazioni che riceviamo hanno spesso un carattere multimediale, colpiscono contemporaneamente più di uno dei nostri sensi.
Questa è un’esperienza molto coinvolgente. Quando possiamo contemporaneamente vedere e ascoltare, o vedere e toccare, sicuramente facciamo esperienze più ricche di quanto possiamo percepire informazioni con uno solamente dei nostri canali sensoriali.
Oggi le esperienze multisensoriali sono aumentate mentre in passato un buon numero di canali coinvolvega un solo senso alla volta. Solo uditivo, ad es. la radio. Solo visivo, ad es. le mostre di quadri, che oggi tendono spesso a creare situazioni di fruizione che coinvolgano in maniera globale.
Un’esperienza multimediale è più ricca e non è solo la tecnologia a regalarci questa possibilità, anzi la tecnologia nel tempo si è attrezzata per fare in modo che le esperienze “artificiali” potessero essere ricche quanto quelle naturali.
Le esperienze legate al mondo della natura sono sempre molto ricche di informazioni e coinvolgono più di uno dei nostri sensi. Spesso però diventiamo un pochino “sordi” a tutte le informazioni che possono giungerci.
Il cibo è l’apice delle esperienze multimediali: si vede, si annusa, si tocca, si assapora e una volta che lo mastichiamo fa anche rumore in base alla consistenza.
Ci sono però numerose altre esperienze multimediali in natura. La semplice osservazione di un panorama: lo vediamo, sentiamo sulla pelle il calore o il freddo, ascoltiamo il vento, il vento ci tocca spettinandoci, possiamo sentire gli odori, cui in effetti siamo via, via nel corso dell’evoluzione sempre meno sensibili.
Penso che cogliere la multimedialità naturale sia molto importante per mantenere saldo e vitale il legame con la Terra.
Probabilmente le esperienze multimediali artificiali ci hanno nel tempo reso più sordi e meno interessanti a quelle naturali. Vuoi per occasione, la città ne offre poche, vuoi per soglia di attenzione. Una pubblicità è appositamente pensata per cogliere il nostro interesse con suoni, colori e richiama la nostra considerazione in maniera anche prepotente. Questo ci ha necessariamente portato nel tempo a schermarci e ci ha fatto in qualche modo anche sopire.
Il bombardamento artificiale di informazioni ci ha fatto un pochino mettere al riparo. Tuttavia, come sempre, la consapevolezza è tutto. La volontà di mantere viva l’attenzione alla natura, ai suoi mutamenti e a tutto quello che ci offre è la via per non addormentarci del tutto. Non lasciare che siano solo le comunicazioni artificiali a cogliere il nostro interesse.
Anche perchè, poi, ci sono i casi in cui la Terra si riprende con prepotenza la scena con qualche fenomeno eccezionale e spesso purtroppo anche molto pericoloso e resto convinta che mantenere vitale il legame con la natura, vivere il più possibile secondo quanto le stagioni richiedono, sia il modo migliore per innalzare il livello di benessere nostro, ma anche quello del pianeta in cui viviamo, rispettandone di più le “comunicazioni” mono o multimediali che siano ^_^
Meraviglioso. Letto tutto d’un fiato!
Una doamanda: l’esperienza multimediale dei sensi aumenta con l’aumentare del tempo di permanenza che stiamo in un ambiente?
A presto.
Nick
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Grazie di cuore!
Le nostre percezioni subiscono fenomeni di abituazione e di saturazione, più siamo esposti a determinati stimoli meno li percepiremo, più saremo predisposti a percepire fenomeni opposti che per differenza ci colpirebbero di più che in altre occasioni neutre, esempio: siamo al buio completo, quindi una saturazione, avremo necessità di luce, ma se arriva la luce ci colpisce gli occhi in modo quasi violento rispetto a una situazion non di buio.
altro esempio, se siamo in una situazione in cui fissiamo delle luci piccole ferme, avremo all’opposto bisogno di movimento e dopo un po’ ci sembrerà che ci appaiano in leggero movimento.
Questi sono esempi estremi ma erano solo per spiegare la saturazione.
Quindi qualsiasi stimolo ci colpisca, da un lato tendiamo ad abituarci, di conseguenza a percepirlo di meno e via, via, che ci saturiamo ad avere necessità di uno stimolo opposto e carente.
Non so se ho centrato la domanda, spero di sì! ^_^
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Grazie! La risposta è più che centrata. Non solo. Allargando di poco il discorso senza per questo correre il rischio di uscirne, confermi anche una dinamica di cui sono convinto da tempo, cioè quella per cui alcune delle nostre tensioni sono generate da forze spesso contrapposte. La faccio breve: più la mente è spinta in una direzione e più è attratta dalla direzione opposta. Sei d’accordo?
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Mi fa piacere aver centrato la tua domanda!
In effetti mi trovo d’accordo, e ti ringrazio perchè questo approfondimento mi da spunto per un nuovo post!
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Grazie a te per la stimolante conversazione.
Lieto di aver contribuito allora!
Appena lo pubblichi, mi troverai in prima fila 🙂
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