Rivedo spesso con moltissimo piacere questo film perchè molto amato dalla mia bambina che adora tutto quello che riguarda streghe, fantasmi, mostri di vario tipo e il mondo “tenebroso” di questi personaggi.
La particolarità del film Nightmare before Christmas è quella di narrare la storia del fantasma di Halloween Jack, re delle zucche, che stanco di vivere sempre il suo mondo tenebroso si incammina in un bosco dove incontra le porte per altri mondi, nuovi, molto diversi dal proprio, si tratta dei mondi delle altre feste più liete.
Jack viene così catapultato nel mondo della festa del Natale, dove tutto, contrariamente al mondo da dove viene lui, è colorato, coccoloso, morbido dolce. Jack si innamora di questo mondo, vorrebbe viverlo e riproporlo nel suo.
Questo da il via ad una serie di guai che potrebbero compromettere seriamente la festa del Natale.
Jack coinvolge tutti gli abitanti del suo mondo nella preparazione del Natale e vuole sostituirsi a Babbo Natale. Ovviamente il suo piano salta.
Alla fine, rinsavendo, dopo aver combinato un piccolo disastro alla slitta e aver fatto rapira il vero Babbo Natale, salva il vecchio barbuto permettendogli di rimettere a posto le cose.
Cosa è accaduto? Perchè Jack cercando di far Natale combina un mucchio di guai fino al punto di mettere a rischio persone e feste?
Jack all’inizio è stanco e annoiato dalle solite cose, ma un conto è incontrare gli altri nella loro differenza e arricchirsi della conoscenza. Altra cosa è tentare di snaturare se stessi o i propri cari inseguendo qualcosa che completamente non ci appartiene.
Jack smette di assecondare il proprio naturale movimento psicoespressivo e inizia a stravolgersi. Naturalmente il risultato è grottesco.
Quando per senso del dovere o per un desiderio male interpretato, ci impelaghiamo in un ruolo che non ci appartiene, che è veramente molto distante dal nostro naturale modi di essere, finiamo per stare male o noi e far star male anche chi ci circonda.
Perchè poi, in qualche modo, il proprio movimento psicoespressivo spunta fuori, come per Jack che finisce per essere un babbo natale che però ha tutti i tratti di un mostro di halloween, magretto e spigoloso, che non del panciuto morbido vero Babbo Natale.
Ci sono situazioni in cui tentiamo di essere come non siamo. A volte per lunghi anni ci si immette in ruoli lontani dal proprio modo di essere finendo per ammalarcisi. Si perchè il nostro vero io si dispera, bussa alla porta, urla, magari non con le parole, ma attraverso il corpo.
Prima accennavo alle motivazioni del cercare di essere altri da se stessi parlando di un desiderio male interpretato. Si perchè a volte possiamo non sentirci bene nei nostri panni. Tuttavia, un conto è desiderare e lavorare su un cambiamento in linea col proprio movimento psicoespessivo. Altra cosa è costruire nel tempo un falso sé.
Non di rado accade, ed è, purtroppo, fonte di sofferenza interiore. Un energia che finisce per manifestare sintomi nel corpo.
Ascoltiamoci di più. Assecondiamo il nostro movimento psicoespressivo. Così non faremo l’errore di Jack, che anzichè apprezzare e cercare di approfondire la conoscenza del Natale come qualcosa di diverso e arricchente, ha intrapreso una strada che lo stava allontanando da se stesso, facendolo sentire fuori ruolo e fuori luogo.