Quando ho letto Big magic, che ho adorato, sono rimasta particolarmente colpita dal passaggio in cui l’autrice sottolinea il non senso del consiglio “segui la tua passione”.
Dopo un primo attimo di sorpresa, proseguendo nella lettura mi sono però trovata d’accordo con lei.
Che senso può avere chiedere ad una persona di seguire la sua passione?
Elisabeth Gilbert ha ragione. Almeno nella maggior parte dei casi. “Se una persona ha una passione ci sono buone probabilità che la seguirà“.
Se non riesce a farlo, è probabile che la passione non sia molto intensa o che prima o poi scalpiterà e si farà sentire.
La difficoltà secondo me può essere a monte.
Penso che seguire la propria passione sia importante perché ci parla di noi stessi. Ci racconta chi siamo, perché una passione appartiene al vero sé, così seguendo una passione seguiamo il vero sé e conquistiamo un pezzetto di felicità.
Tuttavia, quando per tanti motivi ci allontaniamo dal nostro vero sé e si allenta il contatto profondo con chi siamo davvero, può diventa difficile capire anche cosa ci appassiona di più.
Le due cose, passioni e centratura con il vero sé, trovo siano indissolubilmente collegate.
Quando ci perdiamo in ruoli e doveri che ci allontanano da noi stessi, da chi veramente siamo, perdiamo la possibilità di esprimere la nostra verità, e scollegàti dalla nostra parte più vera non siamo in grado di capire quel che più ci rende felici, come le passioni.
Tuttavia, spesso accade che anche quando la vita ci mette sulle spalle tutta una serie di doveri e ci infila in ruoli che ci discostano dal nostro vero sé, in qualche modo la nostra anima più autentica fa capolino nella nostra vita, attraverso una passione. Seguire la nostra passione diventa il momento in cui siamo più autentici e felici. L’area della vita che ci permette di ricaricarci, conoscerci meglio e vivere in armonia con noi stessi.
Altre volte, ci si rende conto di non riuscire a capire cosa vogliamo veramente e questo crea un disagio. Il non riuscire a mettersi in contatto con la parte più vera di sé si rende evidente nell’incapacità di capire cosa ci piace veramente.
Prendere atto della necessità di riprendere contatto con se stessi è un primo importante passo di consapevolezza.
Cosa si può fare per riagganciare quella parte sopita di noi, attraverso una passione?
Ritorna al passato.
Cosa facevi spesso da bambino/a che ti faceva stare bene?
Che tipo di attività?
Quali erano le caratteristiche di questa attività?
Più avanti negli anni ci sono stati momenti in cui hai dedicato tempo ad un’attività che avevi fatto anche da bambino o che ne aveva le stesse caratteristiche?
Qualcuno amava disegnare, altri fare puzzle, qualcuno amava impastare acqua e terra, in quest’ultimo caso si potrebbe dedicare ad un evoluzione di questa attività, rivolgendo magari le sue energie alla cucina.
È importante ritornare alle attività che ci piacevano, chiarire a noi stessi quali fossero le caratteristiche che di queste attività più ci facevano stare bene, tuttavia un aspetto fondamentale è agire, mettersi alla prova.
Nella ricerca di una passione, tentar non nuoce, certo non si può iniziare da passioni particolarmente costose a meno che non ce lo si possa permettere.
Tuttavia mettersi alla prova nel tempo libero per riscoprire, o scoprire ex novo quale attività ci fa stare meglio è un progetto cui non rinunciare, anche perché le controindicazioni sono assenti.
Quando troviamo un’attività, chiamiamola “ricreativa”, che ci fa stare bene, viviamo momenti di armonia con noi stessi che possono regalarci anche maggiore consapevolezza.
Che caratteristiche ha l’attività che ci fa star bene?
È un hobby artistico?
È un’attività molto pratica, o più intellettiva?
Si tratta di qualcosa di spirituale? Come lo yoga e la meditazione? (sì la meditazione fa parte dello yoga ma qualcuno potrebbe scegliere di praticare solo le sequenze di posizioni per trovare benessere fisico).
È un’attività lenta o veloce?
Si pratica da soli o in gruppo?
Si svolge in casa o all’aperto?
Riflettere su tutte le caratteristiche di ciò che ci rende veramente felici ci farà capire di più come siamo fatti. Quali sono le peculiarità del nostro vero sé. Aumentare la consapevolezza di noi stessi è sempre un passo evolutivo e un incremento di benessere.
Tu cosa ami fare? Cosa ti racconta questo di te?