Se vi chiedessero dove vi trovavate la mattina del 14 maggio 1997 sapreste rispondere con esattezza?
Io si.
Si perché per tanti sbagliati motivi l’anno prima di intraprendere i miei studi in psicologia mi ero iscritta a giurisprudenza.
Frequentavo il primo anno. La filosofia del diritto era l’unica materia che mi appassionasse. Seguivo le lezioni, seguivo i seminari, preparai l’esame.
Quel giorno, quel 14 maggio io davo l’esame di filosofia del diritto con la cattedra del prof. Romano. Non ricordo con esattezza né il viso, né il nome dell’assistente che mi interrogò. Non ho però più potuto dimenticare l’assistente che gli era seduto accanto, un giovane con i capelli scuri, che poi ho scoperto chiamarsi Salvatore Ferraro.
Quella mattina io sono tornata a casa in tempo. Sono passata per quella maledetta via con una magica manciata di tempo di anticipo.
Alle 11.30 circa di quella mattina un proiettile partito da chissà chi e chissà perché uccideva una studentessa che fino ad allora non avevo mai visto: Marta Russo.
Ero passata di lì circa un’ora prima.
Ricordo che un pensiero mi rimbombava nel cervello: potevo essere io, oddio potevo essere io.
Io come molti altri studenti. Perchè di questo delitto sottolinearono la casualità, l’insensata casualità. Un gesto assurdo di cui si sarebbe parlato per anni.
Ci ascoltò anche la polizia a tutti quelli che avevamo fatto l’esame quel giorno, chiedevano orari, spostamenti di assistenti, quando arrivò il professore, quando se fosse andato. Ricordo che non sapevo dire gli orari con precisione. Mi pareva davvero tutto solamente assurdo.
Intanto mi rimbombava sempre in testa quel “potevo essere io” perché poteva essere qualunque studente vista la casualità di quel crimine.
L’assurdità impastata alla violenza.
Nel 2017 dopo ben 20 anni questo fatto è tornato tra i miei pensieri per aver conosciuto Mauro Valentini, giornalista che ha scritto il libro “Marta Russo. Il mistero della Sapienza” (Sovera Edizioni).
parleremo anche del caso Marta Russo proprio con Mauro Valentini, di come un evento del genere viene comunicato, dell’impatto che certi avvenimenti hanno sulle persone, di come le persone tendono a reagire quando sono tutte insieme, ne parleremo durante la puntata dal titolo “Pensiero plurale”.
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