Sono della generazione che ha iniziato a fare acquisto on-line.
Sono tra quelli che, a un certo punto, molto post-adolescenziale, hanno iniziato a comunicare un sacco tramite i social.
Sono anche del gruppo di coloro che hanno visto del bello nella possibilità di esprimersi raccontando qualcosa con un blog.
Insomma a un certo punto mi sono tuffata nella rete 2.0 e ho iniziato a nuotare nell’oceano-web.
Nuove possiblità.
Nuove attività.
Nuovi profili professionali.
Una terra nuova tutta da conquistare.
Un mondo libero.
Almeno apparentemente.
Prendono così vita delle consuetudini e un'”etichetta” comportamentale che si costruiscono col fare, giorno dopo giorno.
Sembrerebbe tutto scorrere liscio, tuttavia, anche senza volerlo, questo nuove possibilità possono indurre in condotte addirittura contrarie alla legge.
Ho letto commenti e informazioni che mi hanno fatto dubitare fosse lecito dire e diffondere certe notizie, soprattutto online, dove tutto può subire un’amplificazione.
On-line non stiamo dicendo qualcosa al nostro amico che se lo terrà per sé o alla peggio lo spiffererà ad un altro suo amico fidato.
Quel tastino pubblica, vuole davvero dire rendere pubblico, perdere il privato, rendere di tutti, con tutte le conseguenze psicologiche da un lato, ma anche con tutte le conseguenze legali.
Sì, perché il vivere comune richiede delle regole.
Regole che ci aiutino a non incorrere in situazioni poco felici in cui potremmo arrecare danno ad altri e subirne le conseguenze.
Credo che anche da un punto di vista psicologico le regole siano una protezione.
Una forma di democratici confini, per non intaccare la libertà dell’altro e affinché l’altro non invada la mia libertà.
Ecco perché sto leggendo “Le regole della rete” dell’avv. Federica De Stefani.
Ecco perché invito anche tutti quelli che sono presenti in rete a farlo.
Due ambiti oggi davvero strettamente correlati alla vita in rete. I libri si acquistano online sia cartacei che ebook, si scrive online e si focalizza spesso la propria attenzione su come proteggere i propri diritti d’autore. Anche di questo si parla ne “Le regole della rete”.
Grazie
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