Quest’anno ho deciso di lasciar uscire le mie favole di Natale dal cassetto per realizzarne un libro.
Non è stato facile, né tecnicamente, né psicologicamente.
Tecnicamente perché è difficile occuparsi di tutto:
Fare tutto questo è stato un atto di coraggio da parte mia, nel senso che mi sono messa alla prova, confrontata con i miei limiti, superandone alcuni. Prima di realizzare un libro pronto da mandare in stampa non potevo certo dire di saperlo fare, ora un pochino sì, anche se con i limiti e l’aiuto di un colosso come Amazon. Con “limiti” intendo che i formati sono preimpostati, anche la grammatura delle pagine interne e della copertina. Questo però dal’altro canto facilita, insieme al fatto che la piattaforma per l’autopubblicazione fornisce tutti gli aiuti per arrivare a “dare alla luce” la propria creatura “letteraria”.
Psicologicamente è stato complesso perché ogni favola contiene una parte di me. Aprire il cassetto che le racchiude vuol dire mettermi in gioco sul serio con quello che “credo” di saper fare meglio. Cui seguono subito gli “ululanti” dubbi “e se non fosse così?”, ” e se nessuno lo acquista?”, peggio “se chi lo legge non lo trova piacevole?”. Feroci lupi alle mie calcagna. Per anni.
Quest’anno, che ho compiuto ben 40 primavera in giugno, ho deciso di smettere di sgusciare per evitare questi “lupastri”, mi sono fermata, mi sono voltata e li ho guardati in faccia. Sapete una cosa? Erano più piccoli di come me li immaginavo mentre li ipotizzavo evitandoli e rifuggendoli. Fastidiosi sì, sempre pronti a farmi fermare con un morsetto alla caviglia pure, però affrontabili. Beh, ci ho fatto amicizia, magari un giorno diventeranno i protagonisti di una nuova favola! Così, ho abbracciato le mie paure, ho preso i miei “lupi” e li ho addomesticati con la disciplina, li ho addestrati con l’organizzazione. Con buona disciplina e organizzazione sono riuscita a realizzare tutto quello che tecnicamente era necessario a dare alla luce un libro, nel modo che avevo scelto per farlo. I lupi stavano a guardare, a volte cacciavano un “UUH” ma senza più mordere.
Veniamo a loro, le 5 favole del libro, una strenna natalizia ^_^
Cinque storie cui sono davvero affezionata perché sono nate negli ultimi dieci anni, in momenti e per motivi differenti.
Per esempio “Una slitta in sosta” porta il tema della fantasia e dell’immaginazione e cela il difficile momento vissuto durante la gravidanze e subito dopo, quando la mia creatività sembrava essersi esaurita, ma non era così, anzi mia figlia è diventata fonte di grande ispirazione!
“Babbo Natale e l’elfo dei pensieri” oltre a portare il messaggio che essere troppo capricciosi e insistenti non porta nulla di buono, cela la mia impazienza, che tanto spesso mi ha impedito di realizzare quel che desideravo pur rappresentando apparentemente la voglia di fare tutto e subito.
È una gran soddisfazione riuscire a superare i propri limiti e le proprie paure.
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Lo è davvero. Grazie
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